Il perché di questo post.
La tragica storia di Eluana Englaro non ha nulla a che fare con la scuola e i suoi mali, con la Gelmini, l’Onda e tutto quel che ruota attorno a questo mondo.
Non voglio in questa sede schierarmi da una parte o dall’altra (mi riferisco alla questione del testamento biologico), ma proporti quest’articolo apparso oggi su Repubblica e farti riflettere sullo scontro istituzionale innescatosi a causa di un decreto legge d’urgenza respinto.
Ti ricorda qualcosa?
Hai presente il tam tam per sms ed e-mail e il passaparola che esortava a scrivere al presidente Napolitano affinché non firmasse quel famoso decreto 137, poi convertito in legge alla vigilia dell’oceanico manifestazione del 31 ottobre?
Quella volta l’inquilino del Quirinale disse di capire le nostre ragioni, ma firmò comunque, anche perché – si giustificò – le scelte politiche sono prerogativa del Governo e del Parlamento.
I giornali sprecarono fiumi d’inchiostro nell’affermare che in quell’occasione Napolitano aveva dato prova di onestà intellettuale, di essere super partes (nonostante Cossiga sostenesse il contrario…) e che noi, poveri mentecatti, dovevamo leggere meglio il testo costituzionale.
Io personalmente rimango ancora del parere che il nostro tentativo fosse più che giustificato, che, in altre parole, ci fossero tutti i presupposti perché il nostro presidente si astenesse dall’emanare quel decreto e dargli forza di legge.
Forse, se ci avesse ascoltati avremmo solo anticipato i tempi.
I tempi per sovvertire la Costituzione Italiana.
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